giovedì 15 luglio 2010

Alla Lotta!

Quando il compagno Marco ieri mi ha chiamato sul cellulare, tornavo da Potenza con il compagno Alessio: "Maurì i tre operai della Fiat che erano stati sospesi dal lavoro giorni fa, sono saliti sulla Porta Venosina per protesta [...] uno di loro è stato licenziato".

Inizia così la ricerca sul "Cosa fare" per appoggiare "senza se e senza ma" la lotta di questi coraggiosi operai. O forse dovrei chiamargli Uomini? Già, perchè in questa società marcia essere un operaio significa essere uguale ad un giacimento di petrolio o acqua, se si vuole. L'operaio è QUALCOSA (non più QUALCUNO) da sfruttare fino all' esasperazione, fino all'esaurimento della sua persona. Disporre di lui, o di lei, come meglio si crede e al primo problema (poco importa se questo sia reale o fittizio) mandarlo a casa, in tronco.

Questo accade, a mio avviso, perchè l' operaio è svuotato della sua appartenenza alla specie Umana. Potrà sembrare un po' forzata questa espressione, ma è una considerazione personale nata dopo essermi confrontato più volte con molti miei amici che lavorano in fabbrica: "Per otto ore tu sei di proprietà dell'azienda. Dispongono di te come meglio credono". Guai poi se sei un lavoratore interinale o precario: non puoi permetterti nemmeno l'influenza.

Il discorso è complesso nella sua estrema semplicità: sulla carta sei un lavoratore con "diritti e doveri", ma di fatto non è così, perchè è vero che ti spettano i famosi "giorni di malattia", ma è vero anche che se ne usi uno soltanto rischi, allo scadere de contratto a tempo determinato, di non essere riconfermato per i prossimi mesi.

Il rapporto azienda-operaio non si instaura sul reciproco rispetto, ma sul ricatto della prima sul secondo.

Il Capitale, da quando ha impugnato il coltello dalla parte del manico, tira fendenti a destra e a manca con spregiudicatezza e arroganza, così da spegnere sul nascere ogni resistenza. Non potendo distruggere chiunque gli si opponga è riuscito a distruggere la sua volontà di combattere. La società è diventata reazionaria. Il nuovo, l'alternativo fa troppa paura se è vero che "si sa quel che si lascia, ma non si sa che si trova" e ciò potrebbe essere comprensibile, se non fosse che c'è un buon 50% di probabilità che il cambiamento possa avvenire in meglio.

Ci vuole coraggio, il coraggio di una scelta, lo ribadisco. Bisogna riprenderci ciò che c'è stato tolto e difendere con forza quel po' che ci rimane. Per questo dobbiamo partecipare con forza e coraggio alla lotta per la difesa dei diritti.

Immagino la Società come uno spazio orizzontale, dove tutti sono sullo stesso piano e godono degli stessi diritti. Le piramidi sociali e le gerarchie appartengo ad un tempo che per forza di cose è destinato a tramontare, e tanto più sarà l'impegno profuso nell'abolizione di questo stato di cose, tanto più il cambiamento sarà rapido.

Il Partito dei Comunisti Italiani di Melfi esprime solidarietà alla lotta degli operai della Fiat e annuncia la sua partecipazione alla manifestazione organizzata dalla FIOM che si terrà domani, 16 luglio alle ore 9.30, in Piazza Abele Mancini.

¡Venceremos!

Maurizio Ceccio.

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