venerdì 18 giugno 2010

Il coraggio di una scelta

Un progetto ha un inizio, un’evoluzione e un fine. E’ alquanto inopportuno, a mio avviso, parlare di questa Federazione come un qualcosa che, sì, è partita ma non sa né dove si stia andando né, tanto meno, dove voglia arrivare. Il coraggio di una scelta è fondamentale. Trovo paradossale che tanti partitini, per giunta tutti comunisti, trovino difficoltà nel porsi come obbiettivo la costruzione di un unico partito comunista.
Io da militante di base (ma devo constatare che questa ultime è poco presa in considerazione dai così detti vertici di partito/federazione) urlo a gran voce la costituzione di questo benedettissimo partito comunista. Urlo affinché il così detto “Nazionale” sia espressione delle compagne e dei compagni che, stanchi delle beghe politiche più da partito d’affari che da federazione comunista, resistono nella speranza che il vento torni a girare dalla nostra parte.
Noi comunisti abbiamo una grande fortuna e cioè quello di incarnare un ideale di società alternativo a quello fallimentare che oggi ci sta trascinando in una delle crisi economiche più devastanti della storia mondiale. Eppure non uno, non uno, dei nostri portavoce/coordinatori/segretari/o chicchessia riesce a sfruttare questo grande vantaggio.
Continuiamo a parlare di alleanze e coalizioni sulla base di “un nulla mischiato con il niente”.
Va bene la difesa dei lavoratori, del salario, delle pensioni, della scuola, della libertà di espressione e del sistema giudiziario, ma se non si riesce ad essere propositivi, anche queste battaglie rischiano di essere fini a se stesse.
Siamo una forza rivoluzionaria, il comunismo italiano è una delle più alte forme di progressismo che la storia moderna abbia mai conosciuto. Marx ha visto il futuro più di un qualunque Gesù di Nazareth, eppure c’è qualcuno dei “nostri” che è insofferente nei confronti della nostra storia? Io credo che ci sia da fare un grande lavoro formativo (o di riformazione) per i compagni che, vittime dell’ omologazione del pensiero (molto di moda in questo periodo storico), rischiano di perdere la dimensione grandiosa e avanguardista della filosofia comunista.
Parlo così forse perché vedo questo mondo con gli occhi di un 23enne.
Il mio futuro, quello lo vedo molto incerto eppure so cosa voglio e dove voglio andare, ma che tale incertezza sia alla base di un progetto politico come il nostro, credo che sia davvero controproducente per tutti noi.
E quando dico noi intendo il popolo tutto.

Buon Lavoro a tutti e saluti Comunisti.

Maurizio Ceccio - Federazione della Sinistra di Melfi

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