[Fonte: FIOM CGIL Basilicata]
L’iniziativa unilaterale della LASME, di chiusura dello stabilimento lucano, NON ha alcun connotato industriale che possa giustificare tale atto.
Infatti lo stabilimento lucano della LASME ha conosciuto, a partire dal 2000, una crescita produttiva e occupazionale legata al POSITIVO andamento delle qualità delle produzioni e dell’occupazione, passando dai 80 dipendenti del 1997 ai 180 dipendenti del 2009.
Queste condizioni di crescita dello stabilimento sono SEMPRE state accompagnate dalla contrattazione che si è registrata tra la Direzione aziendale e il Sindacato, in questi anni sono stati FIRMATI Accordi in materia di produzione e di organizzazione del lavoro che hanno permesso tale andamento positivo.
Anche l’ultimo incontro tenuto con FIAT AUTO a Palazzo Chigi nel Giugno 2009, ha assegnato la produzione della Grande Punto (segmento “b”) allo stabilimento lucano della FIAT SATA e delle produzioni connesse dell’INDOTTO compreso la LASME.
Atteso che l’iniziativa unilaterale “estiva” della LASME DISATTENDE gli impegni già assunti e definiti per le produzioni della Grande Punto a Melfi, come FIOM CGIL di Basilicata consideriamo necessario che la Direzione aziendale RITIRI ogni IPOTESI di CHIUSURA dello stabilimento e il conseguente licenziamento dei 180 lavoratori di Melfi.
E’ evidente che si pone un problema di “TENUTA DEMOCRATICA” nel tessuto sociale del SUD che può assumere aspetti incontrollabili qualora anche di fronte a Risultati industriali ottenuti e a IMPEGNI produttivi già assunti si possa procedere verso la chiusura dello stabilimento.
Le forze Istituzionali e politiche sia regionali che nazionali devono svolgere il loro compito naturale di esercitare la funzione di mediazione VERA degli interessi in campo con la salvaguardia dei 180 posti di lavoro attraverso il RISPETTO degli IMPEGNI PRODUTTIVI e OCCUPAZIONALI già assunti.
Potenza 10 Agosto 2009
Giuseppe CILLIS
FIOM CGIL Basilicata
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